Una Romics non fa primavera

Romics 2013 manifesto ufficiale 2013Bene bene, eccomi rientrato alla base… Questa prima edizione primaverile del Romics è stata una delle fiere più distruttive a cui abbia partecipato. Per tutta una serie di motivi, che solo i più temerari andranno a scoprire cliccando su “read more”! Ahaha!

Sa sa, ecco il resoconto!

Dunque dunque, piccola premessa.. Non ero mai stato alla fiera di Roma. E anzi, aggiungo con parecchio disonore che non sono mai stato nemmeno a Roma, per cui questo non gioca a mio favore. Però, tornando al discorso fieristico, ero stato attratto dal fatto che l’edizione classica a ottobre attira fino a 100.000 persone. Cioè, neanche ci fosse il papa in persona a distribuire fumetti! In compenso ritengo che se Zerocalcare si affacciasse alla balconata di San Pietro potrebbe fare lo stesso bagno di folla. E sicuramente sarebbe più meritato!

Detto questo, vi dico subito che la fiera è stata deludente. Molto deludente. Sia per l’offerta di fiera in sé, sia a livello personale come vendite e riscontri.

E vi dico anche che dopo questa fiera non mi lamenterò mai più di una Torino Comics! E ho detto tutto… Dovevo avere un sospetto quando una fiera così grossa non mette un elenco espositori a disposizione su internet. Quando ha un sito internet fatto con i piedi e quando l’organizzazione è così sagace che spreca tempo e risorse a creare e pubblicizzare una fan page su facebook intitolata “romics 2013” (e che quindi tra pochi mesi diventerà inutile) invece che usarne una neutra personalizzabile ogni anno… Per voi sarà una cazzata quest’ultima cosa qui, ma per uno che gestisce 4 pagine come il sottoscritto è una cosa da ignorantoni dell’era informatica. Un po’ come mia madre che quando mi manda un sms mi telefona per dirmi – Marco, ti ho spedito un mp3 -.
Ecco, queste cose le accetto da mia mamma che è l’antitecnologia  ma non da uno che gestisce l’aspetto social network di una fiera così importante. Perchè  sa proprio di cosa fatta alla cazzo.

E le cose fatte alla cazzo non portano da nessuna parte. Ecco, il problema (su cui avevo un sospetto) è che questa fiera sembra organizzata così in fretta e furia per rispondere all’altra fiera romana che tenta di prendere piede, ovvero Roma Comics & Games. Vogliono far vedere che loro ce l’hanno più lungo e più grosso ma, per mia grande fortuna aggiungo, le dimensioni non contano e bisogna saperlo usare. E sto parlando del cervello! 😉

Tre case editrici messe in croce, un sacco di inutili negozi di gadget e delle ancor più inutili aree che non c’entrano nulla con i fumetti. Già, i fumetti… Dov’erano? Il tanto sbandierato e immenso stand di XL (periodico di Repubblica) che doveva premiare il miglior fumetto underground italiano è sempre stato perennemente deserto fino a domenica, quando si è palesato proprio Zerocalcare. I tizi al loro interno sapevano ben poco di fumetto, e men che meno di fumetto underground. Che poi, che definizione è underground? Non siamo mica più negli anni ’90!
Tra l’altro, a proposito di fumetto underground, ho avuto finalmente il piacere di incontrare Giorgio di Zenzo (in arte DIZ), grande autore della scena fumettistica romana! Che però, era in borghese questa volta…
Per l’appunto, eravamo in due ad avere stand come autoproduzioni. Io e i ragazzi dell’associazione Prankster Comics (che presentavano il loro Shadowplay). Tutti gli altri facevano comparsate in altri stand, ma solo, per l’appunto, comparsate.
Per dirvi il livello del pubblico: non ho mai visto così tanti stand che vendevano katane. E badate bene, ne vendevano a pacchi! La gente preferisce comprarsi una katana piuttosto che leggere un fumetto. E qui, parto con una piccola considerazione da “scoperta dell’acqua calda”. Stiamo diventando sempre più pigri. Le cose non le cerchiamo, tendiamo ad aspettare che siano loro a trovarci. Perchè siamo talmente bombardati da imput che inconsciamente pensiamo che quando vogliamo qualcosa ci basti aspettare uno di questi imput.
E’ un discorso generalizzante, ma con un fondamento di verità secondo me… Che è l’anima del commercio al giorno d’oggi. Per cui uno stand di fumetti “sconosciuti” come il mio veniva sistematicamente evitato.

E soprattutto, non venite a dirmi che c’è crisi, che la gente non ha soldi per i fumetti e via dicendo. Andatelo a dire al negozietto di fronte a me, che in 4 giorni avrà venduto qualcosa come 30 katane, ad almeno 25 euro l’una. E la gente che viene ancora a farmi le pulci sul prezzo dei miei fumetti..

Ah, ma questo Norby si presenta male. Volume 1 più volume 2 a 15 euro è un prezzo alto

Non ho nemmeno risposto. Sono andato a comprarmi una katana in saldo e ho mozzato la testa del malcapitato. Che si dava arie da collezionista di fumetti, tra l’altro.

E qui poi apro il capitolo vicini di stand… Signore benedetto. Anzi, Francesco.

Dunque, io ho pagato un occhio della testa per avere un loculo di 2 metri per 1. Una bara. E non c’era nemmeno lo spazio per la targhetta /epitaffio. Nella zona come sempre più sfigata della fiera, ovvio, ma ormai è assodato. Quando siamo arrivati, nella nostra stessa fila e proprio all’inizio della stessa c’era un tizio che si era portato tutti i tubi da campeggio e aveva creato una struttura di 4 metri per 4. Cioè, sforava in avanti di 3 metri oscurando tutti quelli che venivano dopo. Ah, aggiungo che era anche un negozio molto fumettistico : vendeva solo dischi e magliette musicali.
Comunque, questo simpaticissimo tizio oscurava ovviamente tutti gli altri con uno stand che aveva pagato decisamente di meno rispetto ai 2000 euro di quelli più centrali e della stessa metratura. “Ma siamo a Roma”, mi suggerisce il suo vicino, il buon Max. Che a me non si è presentato, ma alla mia amica che voleva chiaramente baccagliarsi si. Ahah!
Che è un amico del suddetto venditore di dischi e che si è allungato anche lui talmente tanto che quasi poteva creare uno stand su due piani. E ancora di fianco a lui, nella zona che ricordo essere denominata Box Collezionisti c’era nientepopodimeno che lo Star Shop, il negozio franchising della Star Comics. E mettevano in sconto i fumetti del 20%, per cui attiravano lettori con una noncuranza disarmante. Vuoi mettere Norby vicino alla serie completa di One Piece?
Ecco, questo mi ha fatto riflettere sulla questione manga. Una riflessione da scoperta dell’acqua calda pure questa, ma a cui non avevo mai pensato. Trovo che i manga uccidano un po’ il mercato del fumetto, soprattutto italiano. Non dico che siano brutti, intendiamoci. Ne ho letti di molto belli. Anche se molti secondo me sono sopravvalutatissimi. Comunque, hanno lo stesso effetto trainante che avevano i bonelliani fino ad una decina di anni fa, ma rispetto a questi ultimi i manga non danno lavoro a nuove maestranze di autori. La Bonelli et simili (e aggiungo perfino la Marvel, di questi tempi) comunque un minimo di riciclo autoriale lo hanno sempre sempre fatto… I manga no. Ne esistono talmente tanti, che una casa editrice non punterebbe mai su un mangaka italiano, ma preferirebbe tradurre qualcosa di già un minimo conosciuto. E quanti ragazzi leggono questi fumetti e vogliono imparare a disegnare manga! E quante scuole campano su questa cosa offrendo corsi di disegno manga che non porteranno da nessuna parte… Ma questa è un’altra storia.

Ecco, torniamo a Max, allo Star Shop dei mozzoni che non vogliono pagare 2000 euro e quant’altro. Io non potevo spingermi così in là con la metratura. Si, avevo un paio di tavolini in più ma robetta piccola.
Per cui mi sono ritrovato oscurato tutta la fiera da questa gente che si era spinta fino a metà corridoio.
Ma l’apice, sono stati gli abusivi. Gente che non c’entrava un cazzo e che, essendo amici degli standisti, si era piazzata di fronte a loro in mezzo al corridoio vendendo minchiate. Il top dei top era questo ragazzo che sembrava un rapper sfigatissimo, con il cappuccio calato sulla testa, gli occhiali da sole e dall’aria perennemente scazzata. Che a confronto il mitico Mondo Marcio sembrava Alice nel Paese delle Meraviglie. Se la tirava da lì a piazza di Spagna.
Lo abbiamo visto comparire il venerdì mattina seduto su una sedia in mezzo al corridoio come un condor e intorno a lui si sono create una serie di mensoline di cartone piene di DVD.
Lo abbiamo sempre visto sempre e solo in quella posizione. Sulla sedia. La tentazione di pungolarlo con l’enorme bandierone Star Shop piazzato di fronte al mio stand è stata forte.
L’apice si è raggiunto davvero la domenica, quando gli abusivi si sono moltiplicati come funghi e abbiamo dovuto chiamare la direzione perchè eravamo circondati. Avete presente le carovane assediate in cerchio dagli indiani nel vecchio west? Ovviamente, il problema si è risolto in parte a tarallucci e tavernello… Ma tant’è! Quelli pretendevano anche di avere ragione…

Oltretutto, ho avuto anche la gioia di farmi una fiera con la tonsillite. 10 ore allo stand con febbre e la gola gonfia come un rospo sono proprio un toccasana! Ecco, probabilmente molti potenziali lettori si saranno allontanati dopo avermi visto in questo stato.. Tutti in maglietta a sudare come bestie e io con la giacca e la sciarpa tutto tremante dietro al banco.. Ahah!

Insomma, mettiamoci tutto alle spalle e via. Non voglio nemmeno ripensarci. Questa fiera è stata in proporzione la peggiore a cui abbia mai partecipato. E stendiamo un velo pietoso sulle spese totali non rientrate.
Di certo a Roma ci tornerò da turista, non certo più da standista a Romics.

Prepariamoci a Torino Comics questo weekend… Combattivi!!!

Vi lascio come al solito con una piccola gallery di scatti, e via!

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