Dunque dunque, dopo tempo immemore sono ritornato al cinema…
Dato che il parco di film non è decisamente granché in questo momento (e soprattutto il multisala dove sono andato offriva ancora di meno) si è deciso per “La Notte del Giudizio“. Titolo originale “The Purge“. E vi lascio riflettere sul perché effettivamente l’abbiano tradotto. Ora sembra la storia di un dentista assassino, però decisamente meglio! E con una storia decisamente più interessante…
Effettivamente, è stata proprio la trama a spingermi verso questo film per questo film, visto che questo genere di thriller generalmente li evito come da piccolo evitavo i pezzettoni di verdure nelle minestre.
Dicevamo, trama! Siamo nel 2022 e gli Stati Uniti sono una nazione felice con l’1% di criminalità e un consenso alle stelle. Come hanno fatto mi chiederete voi? Non hanno legalizzato la marijuana bensì il governo ha istituito un singolare evento: una notte all’anno, qualsiasi crimine commesso in questa notte sarà impunito e impunibile. Furti, stupri, omicidi… Sfogatevi e tutto vi sarà perdonato! E questo giorno viene chiamato proprio “Lo Sfogo”.
Ora, noi seguiamo quindi le vicende di questa ricca famiglia americana composta dal rampante venditore di sistemi d’allarme Ethan Hawke, la bellissima moglie Lena Headey e i due figli Max Burkholder ( il più piccolo ma già notevole nerd) e la 18enne problematica Adelaide Kane.
I 4 decidono di barricarsi in casa come ogni anno, ma succederà qualcosa che stravolgerà i loro piani e le loro vite…
Avete visto? Neanche mezzo spoiler. Arriveranno nel proseguio della rece per cui se volete passate subito all’ultimo paragrafo per i commenti finali.
Dunque, il film parte proprio bene. L’idea che sta dietro alla trama l’ho trovata molto originale e poteva essere spunto per numerose riflessioni e prese di posizioni. E l’inghippo alla fine sta proprio qui.
Perchè La notte del Giudizio è comunque un thriller piuttosto solido, con buoni attori (a proposito, com’è invecchiato Ethan Hawke!) (a proposito bis, quant’è zozza Lena Headey, che trovo molto più bella bruna che non bionda come in Game Thrones) una buona regia e un buon ritmo.
Certo, il tutto rimanendo però ben ancorati al cinema di genere. Per cui si può soprassedere su Ethan Hawke che ad un certo punto si muove nella casa e uccide nemici a colpi di fucili a pompa come farei io quando gioco a Counter Strike. E la cosa imbarazzante è che è ben più preparato di me! E’ un ometto che vende antifurti e diventa improvvisamente Charles Bronson… Si può passare oltre al fatto che molti personaggi sopravvivano miracolosamente con pallottole in corpo, ferite d’arma da taglio profonde quanto il pene di Rocco Siffredi e quant’altro.
E soprattutto si può sorvolare sulle scelte ridicole che fanno certi personaggi quando si tratta di agire. Siamo in un thriller/horror, per cui cosa mai potranno fare i nostri eroi quando nella casa manca la luce? Avete indovinato, si dividiono. Ma porca puttana…
Comunque, sono cliché. Che ci vuoi fare. Del resto se tutti i personaggi agissero con cognizione di causa non ci sarebbero film del genere.
Ci sono buoni colpi di scena, altri meno buoni e in generale nel finale si perde un po’ di tensione per dar spazio all’azione. Dicevo però che il motivo per cui mi sento di dire “occasione sprecata” con questo film è che si poteva fare molto di più per quel che concerne il testo e sottotesto del film. In primis si poteva essere “più cattivi” con gli stessi protagonisti. O meglio, rendere i protagonisti più cattivi. Cioè, ho visto scelte un po’ stereotipate. Ti aspetti la violenza da chi ha già lo sguardo un po’ da maniaco, meno da chi invece sembra un angioletto. Insomma, la figlia 18enne che pensa solo al cazzo me la potevano fare un po’ psicopatica. Per dire.
E si arriva al finale per l’appunto piuttosto buonista che per quanto sia rassicurante è un po’ come mangiare una pizza troppo salata che ti fa venire sete tutta la notte. Buona all’inizio, con scorie dopo.
E c’è il capitolo sottotesto. Si poteva e si doveva osare molto di più, specie come critica sociale. Qualche stoccatina qua e là c’è effettivamente, ma troppo poco. Sono giusto accenni per dare un po’ più di rotondità al contesto e sono soprattutto cose che vengono da fuori e non dai protagonisti stessi. Dato che noi ci immedesimiamo nei personaggi, tutto quello che viene da fuori non è recepito alla stessa maniera.
Lo sceneggiatore e regista James DeMonaco (alla sua prima esperienza da regista tra l’altro) si è un po’ accontentato. E’ un peccato perchè comunque è difficile avere idee interessanti per questo genere di film (penso a tutti i trailer dei film horror di questo periodo, tutti a base di case maledette e esorcismi) e quindi il mio rammarico è tutto qui.
Per concludere, se avete saltato gli spoiler, il film è un solido thriller che si perde un po’ nel finale. Ma se siete amanti del genere, val la pena darci uno sguardo!
Alla prossima!
MDV