Oh, finalmente un po’ di tempo per parlare anche qui dell’imminente Lucca. E delle nuove storie che mi vedono più o meno protagonista. E tra l’altro, in questa di storia di cui vi sto per parlare un po’ protagonista lo sono davvero!
E’ un segreto di pulcinella, è verissimo, però mi premeva annunciarlo anche qui. E’ un po’ come quando dici delle belle notizie tranne alla persona più vicino a te, no?
Indi per cui, indi per quindi, Indiana Jones… Sono davvero mucho orgoglioso di presentarvi il nuovo capitolo delle avventure di Norby! Intitolato per l’occasione “Il Norberto Innamorato“.
E qui sotto potete ammirare la fantasmagorica copertina realizzata dalla bravissima Liana Recchione!
Zan zaaaan!
Dato che rischierei di essere ripetitivo in tutti questi casi, farò un qualcosa di un po’… Diverso dal solito.
Qui sotto troverete l’editoriale di Norby, scritto da me medesimo e che troverete nel volume finale nelle prime pagine!
Visto che gli editoriali non li legge mai nessuno, mi è sembrato giusto scriverlo adesso… Visto che mi è costato sudore e sangue, in questi ultimi frenetici giorni prima di andare in stampa.
Buona lettura! 😉
Questo Norby non s’ha da fare.
Non era proprio così, la frase pronunciata da uno dei bravi a Don Abbondio nei Promessi Sposi, vero? Però… però, quasi si poteva applicare alla nostra storia. Sì, perché le peripezie di questo libro, che finalmente state tenendo fra le mani, sono piuttosto intricate! Ah, non spaventatevi se lo chiamo libro. Questo è davvero un libro a fumetti e tale dovrebbe essere la sua definizione. Qui in Italia, purtroppo, non siamo abituati a pensarla in questo modo, ma vale la pena cominciare a farlo. “Fumetto” è veramente riduttivo come termine e “Graphic Novel” decisamente troppo da fighetti. Ma perdonate la divagazione!
Dicevo, questa storia nacque nel lontanissimo 2010, insieme a quella dei leggendari primo e secondo volume (entrambi esauriti, ristampati nel volume Norbybus, edito sempre dalla grande e irreprensibile ManFont). Tra quei soggetti, tra l’altro, troneggia da tempo anche quello per la prossima avventura norbesca, in lavorazione a breve… ma anche questa è decisamente un’altra storia. Quella che vi state accingendo a leggere, invece, doveva veder la luce molto tempo fa, ma per tutta una serie di motivi (non ultima la mia fastidiosa tendenza a rifare tutto quello che scrivo per un malcelato perfezionismo, misto a cronica insicurezza) non si riusciva a tirarla fuori. Nemmeno con un parto cesareo. Per fortuna che, un po’ per caso un po’ per desiderio, è letteralmente piovuto dal cielo il tenero Little Norby (anche lui lo trovate nel catalogo ManFont) che ci ha permesso di spostare l’attenzione su un progetto simile ma non troppo e, al tempo stesso, ricaricare le pile con qualcosa di più leggero. Finalmente siamo arrivati al traguardo con, mi permetto di sbilanciarmi, un grande risultato. Lo dico con fierezza e con quell’audacia che dovrei avere più spesso, perché questa è sicuramente la miglior storia norbesca che abbiamo mai realizzato! Per cui mi lancio subito in quelli che potrebbero essere degli scontati (ma fidatevi, non lo sono mai) ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato su questa storia. A cominciare ovviamente da Jessica, che ogni anno affina sempre di più la sua tecnica (e le tavole che vedrete fra poco parlano davvero per lei). Abbiamo praticamente cominciato insieme a “fumettare”, ed è bello vedere che cresciamo assieme nel cammino. Anche Massimo e Liana fanno parte del Team Norby originale e, come ogni volta, anche loro si sono superati. Massimo ha resistito eroicamente, nonostante alcuni problemi di salute che l’hanno molto condizionato nel suo lavoro e Liana poi ha tirato fuori una copertina che è davvero la fine del mondo. Non credete? Chiudono il cerchio le due new entry Sara Antonellini e Sharon Marino. Sara ha svolto un lavoro eccellente sulle chine, amplificando ancor di più il tratto di Jessica e ha sfoderato un grande talento anche nei colori. Il tutto unito a una precisione sabauda che la rende una grande professionista! Anche Sharon è stata una bella sorpresa, oltre che un valido aiuto, dando una mano nella stesura dei colori per accelerare i tempi. Per ultima, ma solo perché nella catena produttiva di un fumetto la sua figura tende a rimanere nell’ombra, volevo ringraziare Federica che, come editor, è stata davvero eccezionale e mi ha dato una mano enorme nel farvi avere l’oggetto che stringete ora fra le mani. Penso che si noti la presenza nel libro, per la prima volta su Norby, di un editor che sappia “tenere le fila” e migliorare ulteriormente il risultato finale.
Insomma, siamo andati alla stragrande secondo me. E spero che anche voi possiate essere d’accordo con il sottoscritto. In caso contrario, siete condannati ad avere un Norby che vi rubi la cena tutte le sere! Tiè!
Volevo però chiudere il discorso, perché sono una vergine, mi piace mettere i puntini sulle i e poi ho ancora mezza pagina di spazio da sfruttare per questa scalcagnatissima prefazione. Primo volevo mandare a quel paese Don Rodrigo. Tié anche a te, ce l’abbiamo fatta. Poi ci sono magari dei perché, a cui è doveroso rispondere… anche se non sembra, dietro ad ogni cosa c’è una motivazione!
Partiamo con una domanda che in tanti mi hanno rivolto. Perché scomodare i poemi di Boiardo e Ariosto? Che sono sicuramente (e paradossalmente) meno conosciuti di un Signore degli Anelli e di un Trono di Spade. Sicuramente meno letti, perché a scuola si prendevano i passi più noiosi per poi fare le parafrasi. Ecco, proprio per questo motivo: portare l’attenzione su qualcosa che può essere molto più divertente e interessante, se eluso dal contesto scolastico. Non per altro, ma perché fare le cose “per forza”, sapendo di essere poi giudicati, spesso non porta all’amore per quello che si fa, ma l’esatto opposto. Ah, a scanso di equivoci: fa eccezione I Promessi Sposi. Noioso era, e noioso rimane! Ma rileggere adesso questi due classici, specialmente l’Orlando Furioso che è molto più accessibile come linguaggio e imprevedibile nei contenuti, potrebbe portare ad alcune scoperte interessanti. Mi piacerebbe un giorno fare veramente la parodia di questi due poemi (o perché no, un ciclo del Graal, una Gerusalemme Liberata o simili) con il nostro Norbertone nazionale. Speriamo di avere il tempo e la possibilità di realizzarlo. Che poi, posso girarci intorno quanto mi pare, ma era soprattutto la mia grande opportunità per far parlare dei personaggi in rima. Non sapete quanto io adori questa cosa! Anche se la mia metrica non è precisa come quella dei Grandi Poeti… ma ci si prova.
A proposito di parodie: perché quella iniziale di Indiana Jones, che fra poco leggerete? La motivazione è duplice. Come già ne “Il Buono, il Gatto, la Cattiva” mi piaceva l’idea di cominciare con una parodia. Potrebbe essere un leitmotiv per la serie, in fondo. La scelta di questa in particolare viene dal fatto che… beh, sveliamo una supercuriosità: il primissimo sketch in assoluto di Norby venne fatto da Jessica su una pagina di un libro di archeologia, ai tempi in cui frequentava l’università. Da allora abbiamo sempre scherzato sulla possibilità di fare un Indiana Norby ed eccolo qui! Ovviamente è anche una delle mie serie di film preferite. Non potevamo esimerci. A proposito… vi sfido a riconoscere la citazione che (quasi) chiude il volume. Vi diamo un indizio: sarà la parodia con cui cominceremo il prossimo libro di Norby! Ed è uno dei fumetti che Jessica ed io amiamo di più!
Infine… La domanda delle domande. Qual è il segreto della felicità? Non lo so però… avere un gatto aiuta, ecco.
Ma orsù, smettiamola con questo tedio… Comincian le avventure del conte Norborlando, del malumor gran rimedio!
Marco Daeron Ventura